letteratura

Caterina Sforza – La Leonessa di Romagna

Nata a Milano nel 1463, Caterina crebbe alla corte ducale. Educata dalla nonna Bona Visconti all’amore per l’arte e la cultura, sbocciò come una delle fanciulle più ammirate e contese dell’epoca.
Bella, istruita, fiera e combattiva, nel 1472 andò in sposa a Girolamo Riario, divenendo, alla morte del marito, la signora di Forlì che resse con forza e spregiudicatezza per il figlio Ottaviano, ancora piccolo.
Si risposò in gran segreto con Iacopo Feo, castellano di Rivaldino, divenendo una figura strategica e predominante nel panorama politico dell’Italia di allora. Ma quando suo marito fu ucciso crudelmente dai faenzani che minacciavano di massacrare anche i suoi figli presi in ostaggio, Caterina mostrò di quale pasta fosse fatta . Affacciata sui bastioni del suo castello, difese strenuamente il feudo, alzando la gonna ai nemici e portando una mano alla vulva: «Uccideteli pure, se volete.» Gridò con una spavalderia che lasciò i faenzani a bocca aperta. «Ho qui lo strumento per farne degli altri!»
Questa era Caterina Sforza: audace, violenta, sfrontata come, forse, nessuna donna della sua epoca.
E nella sua vita affrontò mille sfide, non ultima quella con Cesare Borgia, il Valentino, che si impadronì di Forlì, e che i cronisti dell’epoca narrano si rinchiuse per quindici giorni con lei nella stanza da letto per “domare la leonessa”. Nessuno sa cosa accadde tra i due, ma quando Caterina venne portata a Roma come prigioniera cavalcò a fianco del vincitore vestita come una regina.
Caterina morì a Firenze il 28 maggio 1509.

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